Molte sono le parole della lingua portoghese che sono familiari all’orecchio italiano, fattore che non solo favorisce, ma rende l'apprendimento, molte volte, più intuitivo. Lo studio dei suoni del portoghese risulta importante quindi non solo per capire come facciamo uso degli organi coinvolti nella produzione del suono, ma anche per agevolare l'acquisizione della percezione e distinzione di ogni suono della lingua portoghese. Peraltro, lo studio della fonetica favorisce la comprensione della relazione tra grafema e fonema, per arrivare a decodificare i suoni e renderli in un contesto ortografico corretto.
Dulcineia A. dos Santos
Molte sono le parole della lingua portoghese che, pur avendo una certa
somiglianza ortografica o fonetica con l’italiano, divergono significativamente
nel loro significato. Questo è ciò che accade con i cosiddetti “falsi amici”, vocaboli
che si somigliano nella loro forma scritta o orale, ma che hanno significati diversi
in entrambe le lingue. Ad esempio, la parola portoghese "bota" riguarda un tipo di scarpa che copre il piede e la gamba (stivale, in italiano). E la parola italiana "botta" può essere sia colpo, sia rumore improviso.
I falsi amici, quando impiegati fuori dal contesto, possono non solo generare incomprensione, ma danno origine a gravi errori di
significato!
In questo libro l'autrice ha raccolto ed analizzato 90 vocaboli della lingua portoghese che, a causa della loro somiglianza ortografica o fonetica con l'italiano, possono indurre all'inganno i madrelingua italiani. Ecco alcune delle parole esaminate e confrontate con il vocabolo italiano:
atender ≠ attendere, burro ≠ burro, bafo ≠ baffo, carta ≠ carta, chupar ≠ sciupare, esquisito ≠ squisito, gênero ≠ genere, lixo ≠ liscio, pato ≠ patto
e molte altre ancora!